Che cos’è l’ approccio cognitivo-relazionale (zooantropologico) sistemico

La zooantropologia è la disciplina che studia le relazioni e i valori referenziali tra l’uomo e gli animali, nel pieno rispetto dell’ alterità, ovvero della soggettività diversa.

Sulla base di questo, molti studi che si sono moltiplicati sopratutto negli ultimi ventanni, stanno affermando e scoprendo che gli animali, tutti, per vivere nel loro mondo (alterità) hanno processi cognitivi sociali, adattativi, evoluzionistici, insomma etologici, tanto quanto per l’ uomo.

Ho iniziato il mio percorso di studi nell’ ambito cinofilo con quelle scuole che piú rispettavano la mia visione e il mio pensiero: siamo parte di un sistema NATURA, ogni specie, di cui facciamo parte, dialoga con l’altra ( ci sono studi che confermano che anche le piante reagiscono alle emozioni dell’ uomo), e soprattutto, per l’ equilibrio sistemico della natura, l’uno dipende dall’ altro. E piú mi addentro nello studio, e piú trovo conferma da parte degli scienziati, che il cane e l’uomo si sono coevoluti, cioè si sono reciprocamente ‘addomesticati’ e che i processi cognitivi del cane si sono modificati, anche adattati, perchè influenzati da secoli di interazione con l’uomo. Non solo, i processi neuro-cognitivi come i neuroni a specchio, le rappresentazioni, e non condizionamento, l’ insight ovvero la risoluzione di un problema con un intuizione il cosiddetto apprendimento creativo, il costruirsi schemi mentali a cui dare delle strategie efficaci (imparare a imparare) sono presenti nel cane e in altri animali.

Ritornando al tema specifico e in sintesi fare Training con approccio cognitivo-relazionale /zooantropologico sistemico significa: le valenze RELAZIONALI tra l’ uomo e il pet si enfatizzano nel training attraverso la collaboratività, l’affiliazione e la fiducia reciproca, base di ogni attività. COGNITIVO perchè sostiene l’ individualità cognitiva, cioè si riconosce nel cane la capacità di processi cognitivi e neurogenerativi individuali, a cui far riferimento nel momento in cui progettiamo un Training (ovvero progettiamo un percorso di apprendimento), e SISTEMICO perché prende in considerazione anche altre dimensioni del soggetto, come le sue esperienze, la sua fisiologia etc.

Per fare un esempio: insegnare al cane il seduto non ha dal punto di vista educativo, nessun valore. Il cane sà già sedersi, sà sdraiarsi a terra, sa saltare etc., ha solo un valore per la persona che lo impone che si vede riconosciuta la sua autorità e intelligenza. Il cane vede il seduto come un momento in cui, diciamo, si sofferma ad analizzare, guardare, riflettere, aspettare, interiorizzare, pronto a relazionarsi, di calma, mentre il nostro obbiettivo dovrebbe essere quello di “MEDIARE” il suo mondo con il nostro. Gli chiediamo di sedersi, per es. se dobbiamo aspettare le auto prima di attraversare la strada. Questo lo pone nello stato d’animo di fidarsi di noi, di affidarsi a noi, e lo tranquillizzerà. Questo sarà tanto utile e interiorizzato, per cui nel momento in cui il nostro cane sentirà l’ esigenza di rilassarsi e di affidarsi a noi in situazioni per lui di disagio, ritornerà a quello stato emotivo che gli ha procurato il sedersi, rilassandosi e ponendosi nella situazione di affrontare il resto con riflessione e calma, appunto “SEDENDOSI” senza che noi glielo abbiamo chiesto. Abbiamo dato al cane uno strumento utile per saper vivere nel nostro mondo!

Questo è un esempio di obbiettivo e approccio cognitivo-relazionale

Nel valutare l’ obbiettivo e pianificare un Training si considera tutto e di piú del cane come “sintesi” (detto in modo molto restrittivo) di quelle che sono le sue emozione, motivazioni, il suo stato di Arousal (attivazione emozionale), la sua fisiologia, la sua genetica (chi era il padre e la madre), l’ontogenesi, la sua psicologia (come ragiona), le sue esperienze acquisite, l’ età, la razza, l’alimentazione, la presenza di malattie o se è in trattamento farmacologico, etc.

La valutazione di alcuni problemi comportamentali gravi non sono di competenza di un Istruttore cinofilo, ma di un veterinario comportamentalista (è un veterinario specializzato in riabilitazione comportamentale), in questo caso l’ istruttore cinofilo opera secondo le indicazioni del veterinario comportamentalista nel seguire il cane e la sua famiglia nel percorso di riabilitazione.

In sintesi: l'approccio cognitivo-relazionale ha come fine quello di dare alla coppia Pet-Umano tutta una serie di competenze comunicative, sociali, adattative e referenziali per vivere a pieno la loro relazione, dando gli strumenti per esplorare e vivere insieme nel modo piú rispettoso possibile, per il cane che si trova a dover vivere in un ambiente a misura d'uomo (e non viceversa). È mia opinione, ma anche supportata da molti studi, che l'intelligenza sociale del cane è  molto competente, e da cui dovremo imparare.